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Morta durante una liposuzione la influencer Alessia Ferrante.
15
Apr

Morta durante una liposuzione la influencer Alessia Ferrante

Il parere del prof. Antonino Araco, chirurgo estetico e giurista specializzato nella responsabilità medica.  

Questa volta la sfortunata donna si chiama Alessia Ferrante, di anni 37 conosciuta nel settore della chirurgia estetica in quanto influencer.

La signora Ferrante la chirurgia estetica la conosceva bene perché lei stessa si era già sottoposta a diversi interventi chirurgici.

Inoltre, per professione, accompagnava le donne interessate a sottoporsi ad un intervento di chirurgia estetica dal chirurgo con il quale, di volta in volta collaborava.

Pertanto, della chirurgia estetica ne conosceva non solo i benefici ma anche i rischi.

Nonostante questo, si è sottoposta ad un intervento di liposuzione presso uno studio medico senza l’assistenza di uno specialista in anestesia.

Peraltro, il chirurgo ha eseguito l’intervento in un periodo in cui, per l’emergenza Covid-19 si era raccomandato agli studi medici di limitarsi ai soli interventi urgenti!

Il drammatico evento della sua morte, come riferito dai giornali di cronaca è accaduto a Monopoli ed al momento indaga la procura di Bari.

E, non più di un anno fa’ e precisamente nel marzo 2019 si era verificato un evento simile.

Maria Teresa, una giovane mamma di anni 39, era deceduta dopo una procedura di medicina estetica a Seregno (MB).

Queste due vicende, lontane geograficamente ma molto vicine nelle dinamiche degli eventi toccano tutte le coscienze, quelle dei medici del settore in primis.

Infatti, il punto nodale sembra riguardare ancora una volta l’anestetico locale che avrebbe indotto una complicanza cardiaca fino all’arresto del cuore.

Possiamo supporre che si sia trattato di lidocaina poiché è l’anestetico locale più utilizzato negli ambulatori medici.

Purtroppo, la lidocaina come tutti i farmaci è tossica se somministrata a dosi elevate.

Inoltre, è controindicata in pazienti che già presentano problemi cardiaci (blocco cardiaco di secondo e terzo grado, blocco senoatriale, ipotensione, bradicardia).

Infine, la sua tossicità aumenta se somministrata direttamente nel circolo sanguigno.

Quando inizia la lidocaina manifesta la sua tossicità, i primi effetti collaterali insorgono sul sistema nervoso centrale.

Infatti, inizia un malessere generale, poi tremore, vertigine, annebbiamento della vista e alla fine convulsioni.

Successivamente iniziano i segni e sintomi sul sistema cardiaco con ipotensione, bradicardia, aritmia fino all’arresto cardiaco.

Ma ovviamente non sempre questo accade in cronologia ed i segni cardiaci possono manifestarsi contemporaneamente o addirittura precedere quelli del sistema nervoso.

La lidocaina è disponibile in fiale da 10 ml (1 fiala da 10 ml contiene 10 mg di principio attivo).

La dose massima raccomandata negli adulti è di 4,5 mg/kg.

Pertanto, una persona sana di 70 kg di peso, potrà sopportare un massimo di 315 mg di lidocaina (il che significa poco più di 3 fiale da 10 ml).

Questa dose massima è ancora più sicura se si aggiunge alla lidocaina l’adrenalina, che riduce la vascolarizzazione locale e quindi la possibilità di assorbimento della lidocaina nel circolo sistemico.

Pertanto, possiamo supporre che nella vicenda di Monopoli così come in quella di Seregno il medico possa aver somministrato una dose di farmaco troppo elevata.

In alternativa, posso aver somministrato la giusta dose inavvertitamente all’interno del circolo sanguigno (anziché localizzarla nel grasso).

Quando i primi segni di tossicità iniziano a manifestarsi, il medico può agire per arrestarli mettendo in pratica una serie di procedure.

In via semplificativa il medico deve, dopo aver garantito un accesso venoso:

  • Attuare tutte le misure di supporto della circolazione e delle vie aeree;
  • Somministrare liquidi e un vasocostrittore per antagonizzare l’ipotensione e benzodiazepine per l’eventuale stato convulsivo;
  • Ancora, ricorrere a bicarbonato di sodio per contrastare un eventuale quadro di acidosi sistemica;
  • Infine, somministrare l’emulsione lipidica che ha la capacità di sequestrare il farmaco circolante all’interno del grasso e quindi ridurne la disponibilità per il cuore e il cervello;
  • Nel caso di liposuzione, poiché il farmaco è somministrato nel tessuto grasso, il medico deve velocemente aspirare il grasso infiltrato in modo da eliminare quanto più possibile il farmaco ancora presente nel tessuto che se non rimosso verrebbe assorbito nel circolo sanguigno.

Dobbiamo riflettere sul fatto se sia corretto e sicuro eseguire un intervento chirurgico di liposuzione in uno studio medico, senza l’ausilio di un anestesista rianimatore.

Ritengo che il medico che esegue una liposuzione in un ambiente non idoneo (studio privato) e senza personale medico ausiliario (anestesista rianimatore) espone la paziente al rischio di non poter fronteggiare la complicanza (che ricordiamo può sempre accadere).

Possiamo concludere con un appello a tutte le persone che desiderano sottoporsi ad un intervento di liposuzione o in generale di chirurgia estetica.

Rivolgetevi a chirurghi competenti e che operano in strutture idonee e sicure.

Il chirurgo che propone un intervento in uno studio medico non solo non è competente (perché non conosce le norme di sicurezza) ma è un rischio per sé stesso, per i suoi pazienti e per la comunità medica del settore che senza dubbio viene penalizzata da questi eventi incresciosi.

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