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06
Lug

Errore E Negligenza Medica Nella Mastoplastica Additiva A Roma Per Ptosi O Cedimento Mammario

LA PTOSI MAMMARIA o CEDIMENTO DEL SENO NELLA MASTOPLASTICA ADDITIVA PER ERRORE E NEGLIGENZA MEDICA.     

La ptosi mammaria, può essere presente nella donna come condizione anatomica fisiologica. Essa può essere dovuta a un seno ben sviluppato, o conseguente a una o più gravidanze, poiché nella fase di aumento volumetrico ghiandolare, la pelle del seno aumenta progressivamente di quantità per poi diminuire rapidamente senza avere il tempo di riadattarsi al suo nuovo volume. Anche se in una donna giovane dopo la prima gravidanza, la pelle ha una buona probabilità di tornare nella norma e non esitare in ptosi, più probabilmente dopo la seconda gravidanza, vi è una più alta probabilità di cedimento. Inoltre, maggiore è l’età della paziente o maggiore è il suo peso corporeo e maggiore è il rischio.  Infine la perdita di peso corporeo è una causa frequente e tipica di ptosi mammaria, poiché la diminuzione della quantità di grasso, determina un aumento relativo della quantità di pelle e pertanto non sempre la LA PTOSI MAMMARIA o CEDIMENTO DEL SENO NELLA MASTOPLASTICA ADDITIVA è conseguente a ERRORE E NEGLIGENZA MEDICA.

Il chirurgo deve prestare la massima attenzione alla forma e alla dimensione del seno della donna che gli richiede un aumento volumetrico, poiché riconoscere la presenza di ptosi mammaria, è di fondamentale importanza per porre la giusta indicazione all’utilizzo delle protesi mammarie.

Alla presenza di ptosi mammaria, occorre distinguere due diverse ipotesi: la ptosi mammaria era già presente prima che la paziente si sottoponesse a intervento chirurgico di mastoplastica additiva, e dopo l’intervento essa è peggiorata; oppure la ptosi mammaria non era presente e si è verificata in conseguenza dell’intervento chirurgico.

Se la ptosi era già presente, il chirurgo doveva prospettare alla paziente un intervento di correzione della ptosi, il c.d. intervento di mastopessi con cicatrice periareolare, (cioè posta attorno all’areola), verticale, (cioè che si estende dall’areola al solco sottomammario), o nei casi di ptosi maggiore, anche orizzontale (che si estende anche nel solco sottomammario) per evitare LA PTOSI MAMMARIA o CEDIMENTO DEL SENO NELLA MASTOPLASTICA ADDITIVA per ERRORE E NEGLIGENZA MEDICA per non avere valutato la sua presenza pre operatoria.

Da considerare che l’inserimento della protesi mammaria, non solo non corregga la ptosi mammaria, anzi in alcuni casi la peggiora.

Pertanto il chirurgo che non riconosce una condizione di ptosi pre-operatoria, oppure pur riconoscendola non prospetta alla paziente la necessità di mastopessi (con le conseguenti cicatrici), può incorre in errore.

Se prima dell’intervento la ptosi mammaria non era presente e si è verificata proprio in conseguenza dello stesso, le cause possono essere diverse: la protesi mammaria aveva un peso elevato ed ha favorito il cedimento. Anche la posizione della protesi mammaria all’interno dei tessuti gioca un ruolo molto importante. Questa può essere posta sia in sede sotto-ghiandolare sia sotto-muscolare. Nella posizione sotto-ghiandolare, il tessuto di ancoraggio della ghiandola al muscolo pettorale dovrà essere leso dal chirurgo nella creazione della tasca e questo creerà necessariamente una situazione di minore forza adesiva tra la mammella e il muscolo, con la conseguente possibilità di cedimento e quindi formazione di ptosi ghiandolare.

Per queste motivazioni, LA PTOSI MAMMARIA o CEDIMENTO DEL SENO NELLA MASTOPLASTICA ADDITIVA può conseguire a ERRORE E NEGLIGENZA MEDICA che può consistere o nel collocare una protesi mammaria in sede sotto-ghiandolare, oppure collocare una protesi di volume relativamente grande rispetto alla struttura mammaria, tale da determinarne un cedimento con conseguente ptosi mammaria.

La ptosi mammaria si può verificare anche quando la protesi è collocata in posizione sotto- muscolare. La tecnica utilizzata più fi frequente è quella di J. Tebbetz denominata “dual plane” in cui il muscolo pettorale copre solo parzialmente la protesi mammaria, garantendo una buona copertura nella sua porzione superiore. Il muscolo grande pettorale, può essere inciso o nelle sue inserzioni sternali (come avviene più di frequente) oppure nella sua porzione centrale (come avviene meno frequentemente) al fine di evitare antiestetiche forme del seno durante i movimenti delle braccia.

Il taglio di una certa quantità di fibre muscolari del grande pettorale, se da un lato garantisce un risultato più naturale (e questo è stato il fine ultimo della tecnica “dual plane” rispetto alla tecnica sotto muscolare completa), dall’altro riduce la forza di sostegno del muscolo nei confronti della protesi, con aumento del rischio di cedimento.

Per tale motivo, il chirurgo da un lato deve bilanciare il giusto rapporto tra il taglio di una quantità di fibre muscolari sufficiente a garantire la naturalezza del risultato estetico e dall’altro mantenere un’adeguata forza di sostegno alla protesi. Inoltre dovrà scegliere una protesi di dimensioni adeguate al torace e alla mammella della paziente, in modo che il peso della protesi non sia troppo grande da gravare su un muscolo pettorale già indebolito.

E’ evidente pertanto che, LA PTOSI MAMMARIA o CEDIMENTO DEL SENO NELLA MASTOPLASTICA ADDITIVA è conseguente a ERRORE E NEGLIGENZA MEDICA nel momento in cui, dopo un intervento di mastoplastica additiva con protesi si dovesse presentare ma prima dell’intervento non era presente. La causa di questa dovrà essere ricercata:

1) nella inesatta posizione delle protesi all’interno dei tessuti della paziente (come per esempio la posizione sotto ghiandolare nella donna che presentava un  seno piccolo oppure che presentava una evidente lassità cutanea dovuta a perdita di peso corporeo o gravidanza;

2) nella inesatta dimensione della protesi, relativamente grande rispetto alle dimensioni del torace e del seno della paziente, che, per quanto presentasse una buona consistenza cutanea, ghiandolare e muscolare, i tessuti non sono stati idonei a sorreggerne il peso.

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